Inbound Marketing: cos’è, come funziona e perché è utile alla tua azienda

Il termine Inbound Marketing fa parte del linguaggio comune di chi si occupa di marketing e, grazie alle sue potenzialità, sta guadagnando terreno anche tra i non addetti ai lavori. Ma cosa significa esattamente? In cosa si differenzia da un approccio di marketing tradizionale? Quali sono gli strumenti e i canali più utilizzati? E, soprattutto, quali benefici può portare a un’attività di business?

Risponderemo a queste e altre domande, cercando di fare una panoramica completa sul tema “Inbound Marketing”, mettendo in luce i principali vantaggi che si possono ottenere da questo approccio.

Non ci resta che iniziare.

Cos’è l’Inbound Marketing: definizione e significato

Per capire cos’è l’Inbound Marketing è necessario fare una premessa: il comportamento dei consumatori è cambiato radicalmente rispetto a qualche anno fa.

“Bella scoperta!”

Il cambiamento, è vero, è sotto gli occhi di tutti. Prima di acquistare ci informiamo in rete, confrontiamo prodotti e servizi, leggiamo recensioni, ecc. Non siamo più in balìa dei venditori. Grazie a Internet abbiamo a disposizione informazioni preziose per valutare autonomamente ciò che è meglio per noi. Basti pensare che l’80% delle decisioni di acquisto, oggi, nasce e si sviluppa online: un numero importante che non è più possibile ignorare.

Quello che forse non è ancora evidente a tutti è che questa rivoluzione comportamentale influisce notevolmente (o almeno dovrebbe) sul modo in cui le aziende si relazionano con i clienti effettivi e potenziali.

In questo contesto si inserisce l’Inbound, metodologia di marketing ideale anche per i mercati B2B.

Si tratta di un approccio al marketing differente da quello tradizionale, che si basa sulla produzione e promozione di contenuti di valore per attirare a sé chi è realmente interessato ai nostri prodotti o servizi.

Possiamo parlare di “rivoluzione” perché non è più il prodotto ad essere al centro della comunicazione. Nell’Inbound Marketing l’attenzione si sposta dal prodotto e dall’azienda al cliente. Ai suoi bisogni, alle sue esigenze, alle sue problematiche e sfide quotidiane. Capire il cliente è il primo passo per instaurare un rapporto di fiducia che duri nel tempo.

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Inbound Vs Outbound Marketing

Come abbiamo detto, il comportamento di acquisto del consumatore contemporaneo è cambiato. E sono cambiate anche le modalità di interazione tra azienda e cliente e ciò che il pubblico si aspetta da un’attività di business.

Le persone non vogliono più essere interrotte con messaggi pubblicitari non richiesti. Non vogliono spot e telefonate che si interpongono tra che stanno facendo con comunicazioni indesiderate e, spesso, fastidiose. Vogliono poter cercare in autonomia le informazioni di cui hanno bisogno per poter fare una scelta consapevole. Vogliono “consumare” contenuti utili, informativi e interessanti che chiariscano loro le idee e li aiutino a prendere la decisione giusta.

Inbound Vs Outbound Marketing

Le tattiche di marketing tradizionali (outbound) non funzionano più come un tempo. Cold call, spot TV, porta a porta, banner, acquisto di pagine sulla carta stampata, … in certi casi e per certe aziende possono ancora essere utili, ma non hanno più l’impatto che avevano prima. L’Inbound Marketing è un insieme di strategia, metodologia e strumenti che ha come obiettivo primario la creazione di contenuti progettati specificamente per il proprio pubblico di riferimento (Buyer Persona) per attirare solo persone interessate a ciò che facciamo. Non si tratta più di “sparare nel mucchio” e confidare nella legge dei grandi numeri. Vogliamo attrarre contatti qualificati e costruire con essi un rapporto duraturo nel tempo.

Inbound Marketing e Content Marketing

Come detto l’Inbound Marketing è una metodologia completa e integrata, sviluppata per aiutare le aziende ad adeguarsi al modo in cui le persone acquistano prodotti e servizi; è una disciplina eterogenea all’interno della quale trova spazio, come componente di grande rilievo, il Content Marketing.

Che cos’è il Content Marketing? Così com’è definito dal Content Marketing Institute è una disciplina fondata sul contenuto che si incentra sulla creazione di contenuti di valore pertinenti e coerenti, realizzati per essere distribuiti e per attirare l’attenzione di un pubblico chiaramente targettizzato, con il fine ultimo di guidare azioni dei clienti che possano generare profitto.

È chiaro il suo ruolo di primo piano all’interno di una strategia Inbound, che si propone a sua volta come più strutturata e completa grazie alla compresenza di ulteriori elementi quali website design, email marketing, event marketing.

Vuoi rimanere aggiornato sull’evoluzione dell’Inbound e del Content Marketing per conoscere come stanno cambiando interessi e modalità di fruizione dei contenuti online da parte dei tuoi utenti?

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Le quattro fasi della metodologia Inbound

La metodologia Inbound si divide in quattro step, che corrispondono a momenti diversi del processo di avvicinamento dei potenziali clienti al brand.

Le quattro fasi della metodologia Inbound

1. Attrarre

Non ci interessa che tutti visitino il nostro sito. Vogliamo che ci arrivi chi è più probabile che si trasformi prima in lead e poi in cliente. E come facciamo ad attirare persone realmente interessate? Producendo contenuti rilevanti da mostrare loro al momento giusto.

Nell’Inbound Marketing si tratta di mostrare i contenuti giusti alle persone giuste al momento giusto. Ciò significa che bisogna tenere conto anche del momento in cui si trova il potenziale cliente all’interno del suo Buyer Journey. Si sta ancora facendo un’idea generale delle possibili soluzioni esistenti per risolvere il suo problema? O è invece già in una fase di confronto tra prodotti/servizi concorrenti? Content e context sono ugualmente importanti e servono entrambi per attirare le persone “giuste”.

Sviluppare le Buyer Persona è fondamentale per riuscire a creare i contenuti che il nostro pubblico sta cercando online. Studiare una distribuzione multicanale di quei contenuti (attraverso blog, social media, email marketing, ecc.) sarà il passaggio successivo per portare traffico al sito e acquisire nuovi clienti.

2. Convertire

Dopo aver attirato persone potenzialmente interessate alla nostra offerta, bisogna fare in modo di convertirle, vale a dire di trasformarle da visitatori anonimi in lead e da lead in clienti paganti.

Gli utenti sono arrivati sul nostro sito cercando risposte alle loro domande e noi dobbiamo fare in modo di fornirgliele. Dobbiamo produrre contenuti rilevanti e utili a soddisfare le loro necessità, offrendoli gratuitamente in cambio di un indirizzo email che ci permetta di coltivare la relazione nel futuro.

La maggior parte delle persone non è pronta per acquistare subito. Ha bisogno di approfondimenti e informazioni ulteriori e, soprattutto, deve fidarsi dell’azienda da cui comprerà. Per questo dobbiamo realizzare contenuti personalizzati per costruire e alimentare rapporti basati sulla fiducia reciproca.

3. Chiudere

Fare Lead Generation non basta. I contatti nel database vanno nutriti e accompagnati verso la vendita. Email, Workflow, CRM e Lead Scoring sono gli strumenti che permettono di arrivare alla chiusura della trattativa. A seconda delle necessità bisognerà impostare una strategia di Lead Nurturing per fornire al pubblico tutte le informazioni che servono per maturare la decisione di acquisto.

4. Deliziare (fidelizzare)

La relazione con il cliente non finisce con l’acquisto. I rapporti vanno coltivati anche dopo, coinvolgendo anche chi è già cliente nella nostra strategia di comunicazione. Come nelle migliori storie d’amore, nelle relazioni con i clienti c’è bisogno di attenzione, costanza e coerenza nel tempo. Se teniamo vivo il rapporto i clienti si trasformeranno in promoter e ambassador del brand, parlando di noi ad amici e parenti per consigliare i nostri prodotti. Dopotutto, non bisogna dimenticare che un cliente soddisfatto è la migliore forma di pubblicità (gratuita) che si possa avere.

Buyer Persona, cosa sono e come costruirle

L’accesso immediato che gli utenti hanno oggi ai canali di informazione rende indispensabile capire bene come i responsabili acquisti prendono le loro decisioni: selezionare i ruoli delle figure professionali coinvolte nella scelta e identificare ciò che davvero riesce ad influenzarla sono passaggi indispensabili per essere in grado di produrre contenuti interessanti per ogni protagonista della trattativa.

Studiare a fondo gli atteggiamenti dei buyer permette di capire quali caratteristiche del prodotto riescono a stabilire una percezione positiva dello stesso, quali sono gli elementi che lo rendono preferibile per la risoluzione di un problema di business, quale peso hanno le persone coinvolte in ogni fase di una trattativa, quali sono i canali di accesso alle informazioni e le barriere che impediscono ad un buyer di scegliere un determinato prodotto.

Per ottenere questi insight è necessario fare una ricerca approfondita raccogliendo le informazioni che confluiranno nella costruzione delle Buyer Persona, rappresentazioni fittizie, ma estremamente accurate, del cliente ideale. Le Buyer Persona aiutano a concettualizzare il consumatore ideale che stai cercando di attrarre, al quale vendere il tuo prodotto o servizio.

Definire una Buyer Persona aiuta a capire:

  • quali fattori determinano la ricerca di uno specifico prodotto o servizio
  • quali sono i risultati attesi dal buyer per la risoluzione di una specifica esigenza
  • cosa limita o condiziona il buyer nella propria scelta di acquisto
  • il ruolo effettivo del buyer nella decisione finale e chi la può condizionare
  • le caratteristiche che il buyer valuta per comparare prodotti o servizi

Una costruzione corretta delle Buyer permette di guidare le scelte strategiche di marketing e di vendita per ogni fase del processo di acquisto e migliorare sensibilmente i risultati commerciali.

La profondità di questa analisi iniziale, che deve coinvolgere tutti i settori aziendali che si interfacciano con i buyer, può condizionare in modo rilevante la crescita del tuo business e non può, anzi non deve essere minimamente trascurata.

Customer Journey: l’evoluzione dal Funnel al Flywheel

Chiunque si sia interessato ai processi Inbound si è di certo imbattuto nel concetto di “Funnel Marketing” di HubSpot: una rappresentazione grafica del percorso che l’utente compie dal momento in cui percepisce una necessità, “Top of the Funnel”, a quando ricerca una soluzione ai propri bisogni “Middle of the Funnel”, fino alla finalizzazione della decisione di acquisto “Bottom of the Funnel”.

Per anni il Funnel è stato un’icona importante nell’Inbound Marketing. Poi si è evoluto, acquisendo le forme e le logiche del Flywheel, un volano che mosso dalla spinta dei clienti fidelizzati, genera a sua volta nuova utenti interessati a un’azienda.

Nel Flywheel schemi e processi di acquisizione di nuovi clienti non si fermano mai: la prima fase viene intrapresa da nuovi utenti “sconosciuti” che si approcciano all’azienda grazie ai clienti precedenti che consigliano il brand ad altri possibili clienti.

Rispetto al Funnel, il Flywheel rappresenta una struttura più dinamica, un ingranaggio circolare di cui il cliente è il perno e i tre volani attorno sono Marketing, Sales e Service. Un’evoluzione, dunque, che ha rinforzato ulteriormente le dinamiche e le logiche del metodo Inbound.

Inbound Marketing Funnel e Flywhell

Uno dei capisaldi tra le dinamiche inbound è il Customer Journey (o Buyer Journey), itinerario di cui abbiamo già parlato e che ogni utente in target intraprende nell’avvicinarsi a un brand per cercare risposta alle proprie necessità.

I tre buyer’s stage del percorso di acquisto coincidono con le fasi di Awareness (momento in cui la persona ha compreso di avere un potenziale problema), Consideration (quando ha chiaramente definito il suo problema e inizia a valutare una soluzione) e Decision (quando ha definito la sua strategia per risolvere il problema, definito un metodo e un approccio).

Inbound Marketing: strumenti, canali e piattaforme

L’Inbound Marketing, in tutte le sue quattro fasi, utilizza diversi strumenti per mettere in atto campagne efficaci. In base alle proprie necessità e ai propri obiettivi di business, bisognerà studiare una strategia ad hoc che comprenda i canali migliori per interagire con il pubblico di riferimento.

Una strategia ben definita è essenziale per evitare iniziative di marketing casuali (che nella maggior parte dei casi si rivelano un investimento senza ritorno per le aziende). Un approccio scrupoloso, incentrato sulla Lead Generation, sul marketing e sulle vendite permette di aumentare il fatturato attraverso iniziative di marketing, vendita e customer service; richiede però una serie di attenzioni per ottimizzare la strategia.

Le combinazioni di canali e azioni possibili sono infinite, ma ci sono alcuni must da cui una buona strategia di Inbound Marketing non può prescindere. Nei prossimi paragrafi ne analizziamo alcuni:

  • SEO e posizionamento online
  • Pillar Page
  • Blog aziendale
  • Canali social media

Vuoi conoscere le nostre best practice per costruire una campagna Inbound integrata e omni-canale?

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SEO e posizionamento online

Il primo passo fondamentale per iniziare una relazione con gli utenti online consiste nell’intercettare il traffico delle loro ricerche tra SERP e sui social, durante le fasi del Customer Journey.

L’ottimizzazione dei contenuti per i motori di ricerca è cruciale.

Utilizzare le keyword giuste e parlare il linguaggio delle Buyer Persona è importantissimo per essere certi di farsi trovare dal proprio target.

Un buon contenuto in ottica SEO è in grado di rispondere alle esigenze dell’utente aiutandolo a superare gli ostacoli che lo limitano nella scelta.

La Search Engine Optimization (SEO) non è una questione di volume ma di qualità, rilevanza e struttura. Questo significa che anche le piccole e medie imprese posso servirsi di alcune semplici tecniche SEO per ottenere la visibilità necessaria per essere trovati in rete. Per le sue caratteristiche e per l’importanza strategica che riveste, la SEO è un elemento cardine in ogni strategia di Inbound Marketing.

Una delle strategie migliori che puoi sfruttare per ottimizzare il tuo posizionamento sui motori di ricerca, ad esempio, è quella di focalizzarti su una nicchia di mercato (declinando quindi i contenuti su specifiche keyword). Infatti, mentre molte aziende subiscono la tentazione di lavorare su diversi contesti e sulla diversificazione dei temi di ricerca, è preferibile (nei casi di budget ridotto o di dover fronteggiare una grande azienda con un eccellente posizionamento) individuare una nicchia specifica sulla quale agire con una ricerca di parole chiave molto ristretta: si tratta di una scelta che porterà risultati migliori in minor tempo e, in ottica di Inbound Marketing, permetterà di intercettare le ricerche sul web effettuate dalla tua Buyer Persona.

Inoltre, essere in grado di maneggiare accuratamente gli strumenti di analisi SEO, offre al proprio marketing una leva ulteriore per studiare e comprendere cosa cercano Buyer che si intende trasformare in clienti. L’ottimizzazione SEO on-site e dei contenuti consente a Google di indicizzare il sito web e generare traffico qualificato alle pagine. Sviluppare contenuti ottimizzati per i motori di ricerca, ma soprattutto di valore per il target, permetterà al tuo brand di posizionarti e di creare awareness, che a lungo termine si tradurrà con una riduzione progressiva dei costi pubblicitari.

Pillar Page

Tra le tecniche SEO più interessanti, in ottica Inbound, per migliorare il tuo posizionamento online c’è l’analisi dei topic cluster e lo sviluppo di Pillar Page dedicate.

I cluster sono network di contenuti studiati per rendere più fruibile e chiaro il sito agli occhi degli utenti, parallelamente necessari anche a migliorare il posizionamento dei contenuti sui motori di ricerca, grazie all’utilizzo di link.

Ogni cluster si compone di un contenuto centrale, una Pillar Page (proprio come quella che stai leggendo ora), che tratta il topic in modo molto approfondito e una serie di articoli e contenuti premium scaricabili che declinano il macro-argomento della Pillar in contenuti di approfondimento.

Tutti i contenuti che appartengono ad un topic cluster sono collegati alla Pillar Page mediate una rete di link necessaria per creare network autorevole e facilmente riconoscibile anche dai crawler di Google che hanno il compito di valutare la qualità dei contenuti online. Questa tecnica ti permette, quindi, di fare keyword optimization, migliorando il posizionamento delle keyword principali del cluster.

Blog: come coltivare la propria Brand Awareness

Le tecniche SEO applicate ai contenuti prendono il nome di SEO Copywriting e sono una modalità efficace per catturare l’interesse della Buyer Persona e generare nuovi lead.

Il blog è senza dubbio uno dei modi migliori per attirare traffico qualificato sul proprio sito. Utilizzare nei propri contenuti le stesse keyword long-tails utilizzate dalle Buyer Persona durante il Customer Journey è una tattica che permette di massimizzare il traffico generato al proprio sito web.

Per fare brand awareness, i blog aziendali sono uno strumento estremamente efficace all’interno di una strategia di Inbound Marketing, che consente di creare contenuti informativi ed educativi per il pubblico di riferimento; oltre il 50% degli utenti internet dichiara infatti di leggere articoli di blog almeno una volta al mese e questo dato è in continua crescita. È un dato significativo che indica che i clienti sono alla ricerca continua di contenuti rilevanti e facili da consultare.

Quindi, se il tuo obiettivo è quello di coinvolgere i tuoi consumatori e convincerli a leggere ciò che hai da raccontagli, dovrai assicurarti che i contenuti del tuo blog forniscano un valore immediatamente percepibile e un’utilità concreta.

Anche se di natura differente rispetto ai tradizionali messaggi di marketing, il blogging aziendale può comunque influire sulle vendite della tua azienda, attraverso le conversioni.

La modalità più efficace per guidare le conversioni tramite gli articoli di blog è la conoscenza profonda del tuo pubblico: questa ti aiuta anche a scrivere per creare Brand Awareness intorno al tuo brand e attrarre nuovi lead appartenenti al tuo target di riferimento, attraverso un tono di voce opportuno e un linguaggio mirato, cercando di coinvolgere i consumatori in tutto il Buyer Journey.

Prima di lanciarti nella produzione di nuovi blog post (attività onerosa in termini di tempo e budget) ti proponiamo un template pensato per aiutarti a classificare e analizzare tutti i contenuti che hai accumulato negli anni sul tuo sito. Con la nostra Guida potrai identificare quali sono ancora validi per la tua attività (o lo potranno diventare con un rapido aggiornamento):

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Social Media e Inbound Marketing

La maggior parte degli utenti web è attiva su almeno una piattaforma social. Pensare di ignorare canali come Facebook, LinkedIn, Twitter e Instagram equivale è impensabile per ogni azienda che voglia migliorare sensibilmente la propria visibilità.

I social, infatti, sono i canali ideali per fare Brand Awareness, consolidare la propria immagine, attrarre persone per raccontare il proprio marchio e aumentare il business; è proprio in quest’ottica che si possono inserire in una strategia di Inbound Marketing per gestire e controllare le interazioni con i canali social dell’azienda per favorire un’interazione con il proprio il pubblico in modo più diretto e personale, coinvolgendolo in conversazioni più umane e meno formali. Inoltre, in ottica di Inbound, i social permettono di diffondere i contenuti del blog, portando ulteriore traffico in target al blog aziendale.

La chiave sta nella scelta delle piattaforme giuste da utilizzare: ad esempio, LinkedIn può essere estremamente utile in campo B2B. Prima di cominciare a condividere contenuti e promuovere la tua azienda sui social, analizza i canali migliori per il tuo settore e individua le modalità in cui vengono utilizzati dalle tue Buyer Persona.

Una volta che li avrai identificati potrai inserirli in modo coerente nella tua Inbound Strategy.

Inbound e Conversion Marketing

Proprio come il Content Marketing, anche il Conversion Marketing trova il proprio spazio all’interno di una più ampia strategia Inbound. Si tratta di una disciplina il cui obiettivo è quello di convertire gli utenti in clienti affezionati che ripetano l’acquisto promuovendo il brand.

Per iniziare un’attività di Lead Generation (il primo passo è infatti quello di convertire i visitatori in contatti sui quali impostare un’attività di Lead Nurturing che li porterà alla conversione in clienti) lo strumento fondamentale di cui dovrai disporre è la Landing Page.

Landing Page e CTA per fare Lead Generation

Una Landing Page “pagina di atterraggio” è uno strumento utilizzato per convertire i visitatori di un sito web in contatti. Si tratta di una pagina web che, grazie alla presenza di una form compilabile, permette al brand di ottenere il contatto dei visitatori: sono il punto di contatto che i potenziali clienti hanno il brand, perché da qui, di propria iniziativa, possono scegliere di condividere le proprie informazioni personali.

Con l’obiettivo di trovare nuovi lead per il tuo business, devi impegnarti a dedicare tempo e attenzione alla progettazione di una pagina efficace.

L’efficacia di una Landing Page è data dalla sua struttura, che deve essere estremamente chiara, e dai contenuti realizzati con tecniche di comunicazione persuasiva. La combinazione di questi elementi permette all’utente di leggere e comprendere in modo chiaro e immediato l’argomento della landing, sentendosi stimolato ad agire nella compilazione della form. Una buona Landing Page deve curare particolarmente:

  • Titolo: breve e conciso, ha lo scopo di incentivare l’utente a scaricare il materiale promozionale (che, in ottica Inbound, viene offerto gratuitamente in cambio della compilazione della form).
  • Immagine: spesso sottovalutata, gioca invece un ruolo centrale nell’attrarre l’attenzione del lettore (attenzione quindi a non scegliere immagini “di riempimento).
  • Form: la form di contatto è la porta attraverso la quale gli utenti passano allo stadio di contatti. È fondamentale per le aziende che attuano una strategia Inbound e deve essere studiata con attenzione: form troppo complesse o eccessivamente “invadenti” (vale a dire quelle che chiedono troppe informazioni in una sola volta) rischiano di “scoraggiare“ i visitatori.

Alle Landing Page gli utenti accedono dopo aver cliccato su CTA “Call-to-Action” posizionate all’interno delle pagine del sito (Pillar Page e pagine Blog), in inserzioni Adv o sui canali social.

CTA più popolari

Fonte: Sproutsocial

Ma non sono solo le Landing i canali di acquisizione dei contatti che puoi attivare in una strategia Inbound. Puoi sviluppare un’attività di Lead Generation con email marketing, attività SEO, advertising (annunci Paid per View e campagne social), social selling, webinar, attività di influencer marketing e Marketing Automation: i canali di acquisizione sono tantissimi e sta a te individuare quelli più indicati per il tuo settore.

Perché usare la Marketing Automation in una strategia di Inbound Marketing

Abbiamo visto che una strategia di Inbound Marketing comprenda molti strumenti diversi per tenere insieme i pezzi esistono diverse soluzioni. Si può decidere di tenere tutto separato (blog, social, software di email marketing, ecc.), oppure si può optare per una piattaforma all-in-one completa che integri tutte le funzioni. Quando si parla di una gestione integrata, ottimizzata e automatizzata delle attività che compongono i passaggi di una strategia Inbound, parliamo di Marketing Automation.

L’Automation è il supporto indispensabile per il funzionamento delle azioni di comunicazione, conversione, profilazione e vendita.

Risparmiare tempo sia nella gestione aziendale, sia nella relazione con i lead, è cruciale per ottenere risultati misurabili e impatta positivamente sui costi del marketing.

Se hai un ruolo attivo in un progetto di Inbound Marketing, probabilmente sai molto bene che la Marketing Automation sta modificando ogni modello di lavoro fino ad oggi conosciuto. Le statistiche dimostrano che oltre il 50% delle aziende (sia grandi brand, sia PMI) sta già usando software di Marketing Automation e che oltre il 58% delle aziende B2B prevede di adottare nuove tecnologie di automazione. Questa tendenza risponde alla costante esigenza di avviare o migliorare la qualità di strumenti di email marketing, Lead Generation e Lead Nurturing, software integration, CRM e social media.

Le Piattaforme di Marketing Automation, oggi, sono estremamente evolute e permettono non solo un altissimo livello di integrazione tra i processi della strategia, ma ti danno anche la possibilità di monitorare costantemente il progetto, grazie alla generazione in tempo reale di dati accurati.

Un tool di Marketing Automation permette, ad esempio, di:

  • tracciare i visitatori che navigano il tuo sito web
  • impostare e creare template per email, landing page e moduli di registrazione
  • registrare i dati degli utenti raccolti tramite form, segmentandoli in base alle categorie d’appartenenza e integrandoli ad un sistema CRM
  • collegare le liste di contatti a campagne automatizzate di Lead Nurturing
  • inviare comunicazioni automatizzate a diversi segmenti di utenti, customizzandole sulla base delle loro caratteristiche e dei loro comportamenti
  • generare Dati Analytics

Sono tanti gli strumenti che possono essere selezionati per la gestione semplificata dei processi di marketing e che portano un sensibile risparmio in termini di tempo e costi. La scelta tra le piattaforme di Marketing Automation è ampia e per individuare quella più adeguata alle esigenze della tua azienda dovrai valutarne le possibilità di integrazione, la semplicità d’uso e, non da ultimo, l’investimento che dovrai sostenere.

Ad esempio, HubSpot, piattaforma leader per l’Inbound Marketing, è ideale anche per la Marketing Automation perché mette a disposizione, in un unico luogo virtuale, tutto ciò che serve alla gestione delle campagne. Software come questo non solo permettono di automatizzare azioni che manualmente sarebbero ingestibili, ma mettono in comunicazione tutti gli elementi utilizzati offrendo una panoramica della situazione a 360°.

In questo modo è possibile avere tutto sotto controllo, capire esattamente cosa funziona e cosa no e calcolare il ROI delle campagne con precisione. Analisi e monitoraggio, infatti, sono l’altra faccia dell’Inbound Marketing: non solo contenuti di qualità, ma anche numeri e dati che ci permettono di correggere la strategia in corso d’opera e migliorare le nostre performance di marketing.